Approfondimenti

L’ecosistema dell’olivo

Nel bacino del Mediterraneo l’olivo ha avuto ed ha ancora oggi una grande importanza: economica, culturale ed ecologica. Una corretta coltivazione dell’olivo non solo garantisce una produzione di olio di alta qualità, ma contribuisce anche alla sostenibilità ambientale e alla conservazione della biodiversità.
Una corretta coltivazione dell’olivo implica pratiche agricole che proteggono e migliorano la qualità del suolo. L’uso di tecniche di agricoltura biologica e integrata può ridurre la necessità di fertilizzanti chimici e pesticidi, che possono avere effetti negativi sull’ambiente. Gli uliveti, specialmente quelli tradizionali, sono veri e propri ecosistemi che ospitano una ricca varietà di specie animali e vegetali. Questi ambienti contribuiscono alla conservazione della biodiversità, offrendo habitat a diverse specie animali.

La fauna

Gli oliveti secolari sono un punto d’incontro tra un ambiente selvatico e un’area dedicata alla coltivazione, costituendo aree a livelli di naturalità intermedia che fanno da cuscinetto in zone agricole sempre più antropizzate, rappresentando un serbatoio di biodiversità per insetti, uccelli, rettili e piccoli mammiferi.
Tra le chiome degli olivi, nei loro tronchi nodosi e tra le loro radici, trovano nutrimento e rifugio una grande varietà di specie animali, a cominciare da una ricca fauna di artropodi. L’abbondanza di insetti e la varietà vegetale attirano un gran numero di uccelli: ne sono state rilevate oltre trenta specie, sia svernanti che nidificanti.
D’inverno, poi, è possibile trovare negli oliveti un cospicuo numero di mammiferi, tra cui il riccio europeo, la volpe, la faina e il pipistrello nano, e piccoli rettili come il geco comune, la lucertola campestre e la raganella.

La flora

Gli olivi offrono servizi ecosistemici essendo in grado di contrastare gli effetti dell’erosione eolica, idrica e conseguenti alla perdita di sostanza organica del suolo.
La copertura del suolo con vegetazione naturale, infatti, previene l’erosione, migliora la struttura del suolo e promuove la ritenzione di nutrienti e acqua. Inoltre, la rotazione delle colture e l’uso di compost possono arricchire il suolo di materia organica, essenziale per la salute delle piante e dei microorganismi del suolo.
Gli oliveti ben gestiti possono fungere da corridoi ecologici, facilitando il movimento e la dispersione di molte specie; le siepi e le fasce di vegetazione naturale offrono rifugio e risorse alimentari per numerosi insetti impollinatori, che sono cruciali per l’impollinazione e la produzione di frutta. La presenza di questi insetti benefici e dei predatori naturali di parassiti può ridurre la necessità di pesticidi, contribuendo così a un ambiente agricolo più sano e sostenibile.
Inoltre, gli oliveti più antichi e coltivati con metodi a basso impatto ambientale svolgono poi un ruolo strategico nel limitare la perdita di suolo, arginando la desertificazione. Inoltre, dalle piantagioni di olivo dipende, la sopravvivenza di alcune specie endemiche di piante, minacciate dai cambiamenti nell’uso del territorio e dall’abbandono delle aree rurali a favore della gentrificazione.

L’oleoturismo

Gli oliveti hanno un grande valore culturale e paesaggistico: rappresentano un elemento distintivo del paesaggio mediterraneo e sono parte integrante della storia e delle tradizioni locali. La conservazione degli uliveti storici e la promozione di pratiche agricole tradizionali possono contribuire a preservare questo patrimonio culturale per le future generazioni.
Per poter apprezzare a pieno la bellezza ed i benefici di un terreno olivicolo coltivato seguendo quelle “Buone Pratiche” che consentono di ottenere un prodotto di qualità, preservando le proprietà dei terreni le peculiarità e paesaggistiche è necessaria un’educazione ed una formazione che permettano di coglierne ed evidenziarne le qualità.

L’oleoturismo diventa oggi strumento utile a tracciare una nuova prospettiva che mette sia il produttore che il consumatore nelle condizioni di trasmettere l’unicità di un territorio e di un ciclo produttivo che diventa specchio dei vari fattori ambientali, paesaggistici, salutari ed identitari: una filiera estremamente ramificata che porta ed aggiunge valore economico per le imprese che insistono sui nostri territori.Il recente interesse verso la scoperta del mondo dell’olio in viaggio sta portando all’emergere di forme, modalità e luoghi di fruizione nuovi: un processo che proseguirà nei prossimi anni e che trova la principale ragione di interesse nella costante crescita del turismo enogastronomico, fenomeno che nell’ultimo decennio si è affermato sempre più, tanto da rappresentare una leva privilegiata nella scelta della meta del viaggio e delle esperienze.
L’oleoturismo, che ne è una declinazione, ha beneficiato dell’attenzione del pubblico turistico verso il mondo dell’enogastronomia, trovando una sua distintività.