Approfondimenti

La cultura dell’olivo

Il comparto italiano dell’olio extra vergine di oliva può contare su una biodiversità unica al mondo con oltre 500 cultivar ed una diffusione sempre più ampia, a motivo dei cambiamenti climatici che portano alla diffusione dell’olivo nelle regioni del Nord e in territori tradizionalmente meno vocati.
La cultura olivicola italiana rappresenta un vanto e un’eccellenza del Belpaese, incarna valori culturali ed identitari unici di numerosi territori distinti.
Favorire un turismo di prossimità, destagionalizzare i flussi turistici, rappresentare un elemento di valorizzazione per borghi e piccoli comuni costituiscono elementi di supporto per gli olivicoltori locali al fine di garantire il presidio di filiere produttive di eccellenza nel nostro patrimonio agroalimentare.

Non da ultimo, si può andare verso la direzione di un “turismo esperienziale”, con la possibilità di valorizzare questo prodotto straordinario che è l’olio EVO, arrivando direttamente ai consumatori attraverso il racconto di storie, legami e tradizioni.

L’olivicoltura è tradizione, cultura, paesaggio, indissolubilmente legata ai territori in cui si sviluppa.

Il forte interesse per la storia è evidenziato da una tradizione olivicola italiana che ha radici millenarie, fortemente radicata ai territori e con specificità uniche: ecco come luoghi dal grande fascino quali frantoi ipogei, oliveti storici e dimore antiche diventano attrazioni di rilievo sempre maggiore, e così come il conoscere la cultura produttiva dei territori e la loro evoluzione nel tempo, occasioni per arricchire il proprio bagaglio culturale durante un tempo di vacanza.

La civiltà dell’olivo

L’olivo nei secoli ha influenzato la vita dei popoli mediterranei al punto tale da da aver dato vita a quella che alcuni antropologi definiscono la “civiltà dell’olivo”, nata in Anatolia – l’antica Turchia – e diffusasi poi verso ovest.
I vari popoli sorti sulle rive del Mediterraneo hanno dunque vissuto all’ombra dell’olivo, ritenuto l’albero della civiltà, poiché per godere dei suoi frutti era necessario un accurato e lungo lavoro di selezione, potatura, innesto e di lavorazione delle olive.
L’olivo divenne indicatore culturale di un popolo: la sua coltivazione richiedeva, infatti, nozioni botaniche specifiche e una struttura sociale definita e organizzata, che consentisse di poter godere dei suoi frutti a distanza di anni.